mercoledì 16 novembre 2011

La pillola "golpe-soft" .... Quando uno Stato per risolvere i problemi interviene con la forza, con la polizia per bloccare la protesta dei cittadini è uno Stato lontano, staccato dalla democrazia; è uno Stato delegittimato automaticamente. I suoi stessi rappresentanti sono traditori senza attenuanti della Sovranità Popolare. Anche nel caso avesse ragione, con la forza passerebbe dalla parte del torto. Se poi per risolvere una crisi finanziaria determinata dalle banche e dal malgoverno, coaudiovato dalla stessa opposizione, esegue un "golpe-soft" alla Monti esso palesa la fondatezza di tale accusa. Un governo costituito da tecnici banchieri e dirigenti amici non è un governo democratico, ma è un governo imposto dalle stesse istituzioni partitocratiche che hanno diretto il paese in questi ultimi due decenni. Quando in un governo l'anima popolare non esiste, il governo stesso è delegittimato; è un fantoccio nelle mani della casta finanziaria che opera e trama alle spalle della popolazione. Questi continuano a parlare di crescita e sacrifici per placare la voragine aperta dalle banche e da una finanza globale che ci vuole schiavi, ma non parlano di cambiamento radicale relativo al sistema attivo oggi, cioè vogliono salvare il paese restando all'interno di un sistema "marcio" e corrotto, opportunistico e oligarchico, fascista e conformista invece che uscirne per intrapprendere un nuovo corso civile. Temo che il "Berlusconi" sia stato il traghettato e che Monti sia l'ordinatore, due facce della stessa medaglia. Nulla è cambiato, il popolo continuerà a pagare un debito non suo con danaro pubblico a fondi perduto. La pillola dorata è arrivata !

venerdì 4 novembre 2011

"Novecento" il film...e la "sinistra" che non esiste !

Stasera per caso ho rivisto quel capolavoro che è il film “Novecento” e mentre lo guardavo non potevo fare a meno di pensare al mondo in cui viviamo oggi.
Strade parallele, una ieri ed una oggi che s’intersecano tra loro con inquietante attualità. Allora mi vien da chiedere ; …ma questi Bersani, D’Alema, Esposito... questi rinnegatori della loro originaria ideologia politica, quando la politica era ancora Politica; che cosa sono oggi? Sono dei liberali, dei riformatori, dei progressisti…; se non sono più comunisti cosa sono diventati ? Socialisti ? No, neppure…cosa sono? Sono i parassiti…sono i servi dei padroni di allora, sono i borghesi asserviti di un secolo fa’, sono coloro che pur di mantenere i loro privilegi tradiscono il popolo, la madre terra, gli ideali, se stessi. E dopo aver tradito il proprio essere, tradiscono pure i figli dei loro figli, tradiscono il futuro. Gelosi, opportunisti, senza scrupoli vivono tra le briciole del potere dei potenti e s’inebriano dei loro avanzi. Uno squallore!
Più volte in questo ventennio avrebbero potuto scalzare Berlusconi e i suoi “bravi” - in senso manzoniano – se solo avessero mostrato la volontà di affondare il governo di destra, se solo si fossero impegnati con una opposizione radicale, persistente ed incessante.
Questi ex comunisti, socialisti, democristiani liberali, ecc … confluiti attraverso l’Ulivo nel PD hanno sposato una forma di capitalismo tipica dell’ultimo Craxi dove l'idea di moderno individualista senza princìpi si sostituisce alle solidarietà tradizionali, di cui quel governo seppe solo accelerare la “destrutturazione” senza sostituirvi nuovi valori.
Un “politicantesimo” impregnato poi, nei primi anni berlusconiani, di involuzione idealistica per una virtuale società moderna approntata sul consumismo sfrenato e sul perbenismo di facciata come nuovo credo politico. Un fenomeno degenerativo della vita politica dello Stato democratico, determinato dal predominio degli interessi dei partiti, che tendono ad assumere le funzioni proprie delle istituzioni statali. Una vera e propria partitocrazia. Ecco gli ex rappresentanti del popolo nelle istituzioni; se già allora i loro comportamenti erano più che dubbi, ora essi hanno dato conferma del loro tradimento verso il popolo spingendosi nel mondo capitalista e finanziario e incrementando un sistema dedito al capovolgimento di tutti i diritti acquisiti nel corso della storia dal proletariato. Un’involuzione pragmatica socio-economica dello spirito collettivista e popolare per una casta oligarchica trasversale dalla destra alla sinistra volta a creare la fine della democrazia liberale nel paese e l’inizio di una società che già preannuncia la tematica orwelliana.
Ora questo rimasuglio estetico della vecchia sinistra adattandosi alla metamorfosi partitocratica involutiva, pur essendo ancora sulla carta il male minore (al confronto con la destra) è difficilmente localizzabile nel tessuto sociale in quanto ha perso del tutto il suo stimolo primario, cioè la condivisione pratica del vivere quotidiano col substrato sociale e popolare. Questi politicanti sono distanti, per proprio interesse di casta, anni luce dalla vita sociale e non possono più offrire altro che una visione politica voluta dal sistema che hanno sposato. Un sistema volto senza alcun dubbio verso una schiavitù soft e subliminale delle menti e indirizzato alla totale subalternità delle masse al governo di turno e quindi al potere nuovo della finanza mondiale costituita dalle banche private e dalle multinazionali.
Un accentramento piramidale premeditato dalla classe politica e dirigente che determinerà non solo la fine della democrazia, ma soprattutto l’inizio di una nuova era politica in Italia e nel mondo.
Senza ulteriormente allargare le considerazioni fin qui espresse e ritornando ai politicanti dell’attuale opposizione di centro-sinistra chiedo come possano pretendere di ricevere fiducia tramite elezioni se non appartengono più al ceto medio o proletario, se non sono in grado di far sentire l’urlo del popolo attraverso le loro voci in parlamento, se non sentono le grida nelle piazze e i problemi nelle case, se non vedono più in là del proprio interesse o di quello del colore che impersonano come attori, tra l’altro, piuttosto beceri.
Come possono credere di ricevere un mandato popolare per governare il paese se non hanno in questi otto anni di governo reazionario e neo-fascista opposto resistenza e lotta continua, ma anzi si sono adagiati sui privilegi di casta e hanno reso digeribili le imposizioni del centro-destra. Un vergognoso connubio partitocratico !
Destra o sinistra sono ormai nella realtà le due facce della stessa medaglia e anche se dovessero governare i Bersani…nulla cambierebbe. Senza ricambio generazionale di uomini e idee questa sinistra è dedita al fallimento che vinca o perda. Hanno perso il cuore pulsante dello spirito popolare per fagocitare invece lo spirito del liberalismo finanziario con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti.
Quando non si mette più il lavoratore in primo piano nella scala sociale (ricordiamoci che la Repubblica è fondata sul lavoro) ma lo si relega al fondo, quando non si lotta per avere un calmiere dei prezzi sui bisogni di prima necessità, quando si opta per decisioni contro il popolo senza aprire un confronto conviviale e aperto, quando si denigra il cittadino contrario alla loro politica, quando dimostrano che dell’ambiente e della salute ci si può passare sopra per interessi di parte, quando permettono la costruzione di infrastrutture tipo la TAV in val Susa per malversazioni premeditate con imprenditori e malversazioni illegittime da una parte e dall’altra permettendo di tagliare sanità, scuola, sociale …allora si può affermare senza ombra di dubbio che questa sinistra (intesa come politica rivolta al e per il popolo) è tutto fuorchè di sinistra.
Non si vuole certo un ulteriore governo di centro-destra, un altro Berlusconi, ma si vuole un governo radicalmente libero dagli schemi pre-imposti attuali, un governo di sinistra con uomini rinnovati nel più profondo del loro essere o almeno uomini nuovi che ancora non sono avviluppati dal cellofan della casta. I movimenti apartitici del tessuto sociale oggi sono una dimostrazione lampante e solare di ciò che dovrebbe essere la sinistra. Un radunare sotto i suoi simboli queste forze disperse nel territorio, ma determinate nelle loro lotte potrebbe rigenerare quello spirito perso nel tempo, cambiare fisicamente le persone per un nuovo corso della politica, un vento nuovo che spira nei cuori, un nuovo mondo più giusto e con risorse condividibili ed equamente distribuite.
Non si può perdere il contatto fisico e psicologico con la base della società, con le famiglie che sopravvivono a fatica e vedere dall’altra sperpero di danaro pubblico e di risorse, malversazioni , concussioni, calpestamento dei diritti e distruzione dell’ambiente…
Solo che i “baroni” degli scranni parlamentari e regionali, provinciali e comunali non mollano e certi di essere ancora eleggibili persistono nel rimanere sulla braccia di un’onda che non c’è più. Allora bisogna mandarli via, non eleggerli più e non permettere al “nonnismo” parlamentare di continuare a vivacchiare alla spalle del popolo.
Questi politicanti non fanno gli interessi del paese e del popolo, fanno gli interessi loro, delle banche e della finanza, per questo non hanno contrastato il governo Berlusconi, per questo rimarranno sempre all’opposizione.
Come possono volere opere come il TAV in val Susa in un periodo di grande crisi politica e socio-economica dove i “tagli” all’istruzione, alla sanità , al sociale oltre che essere all’ordine del giorno diventano misure tipiche di un medioevo mai finito.
Il TAV
• è sinonimo di una voragine infinita di danaro pubblico che finirà nelle mani dei soliti imprenditori amici dei politici e dei mafiosi;
• è sinonimo di inutilità poiché è constatato da studi verificati che il traffico merci è in calo su tutti fronti ferroviari e stradali;
• è sinonimo di enorme spreco di risorse altrimenti utili per il sociale;
• è sinonimo di grave inquinamento atmosferico, idrogeologico ambientale senza precedenti in Italia;
• è sinonimo di amianto ed uranio disperso nel terreno, nelle acque e nell’aria;
• è sinonimo di portatore di malattie specie polmonari e di tumori nella popolazione con un aumento dei casi esponenziale;
• è sinonimo di malaffare tra politica, imprenditoria e mafia;
• è sinonimo di militarizzazione del territorio e di repressione legalizzata;
• è sinonimo di lotta civile tra cittadini e partitocrazia;
• è sinonimo di imposizione antidemocratica e incostituzionale da parte della politica;
• è sinonimo di servilismo alla finanza globale contro il popolo;
• è sinonimo di decisionismo senza apertura al confronto delle parti;
• è sinonimo di incapacità politica nel svolgere le proprie funzioni;
• è sinonimo di prevaricazione del forte sul più debole;
• è sinonimo di follia pura generata dall’interesse e dall’avidità;
Come possono ora questi politici di centro-sinistra perpetrare una simile nefandezza verso il popolo sovrano?
Possiamo dire “basta” ! E’ ora di cambiare, di rimettere al potere il cittadino, il lavoratore, la famiglia. I parassiti non li vogliamo più e la casta deve morire con tutti i suoi privilegi. La politica deve tornare al popolo e non deve assolutamente restare nelle mani oligarchiche di persone dedite ai propri affari.

“Tetsuo” e l’inverno della dimensione umana racchiusa nella “cementificazione” del libero arbitrio

Da una parte il “cemento” copre vaste aree di territorio naturale e dall’altra copre la capacità di pensare in modo obiettivo con la propria testa.

A volte mi vengono in mente le scene di vecchi film; oggi un film continua a presentarsi nella mente quando penso al nostro paese e alla questione TAV. Scene di ordinaria follia umana perpetrata da chi governa e da una classe dirigente votata al demone “danaro” (non che i soldi siano figli del male, ma per come i soldi sono usati e i motivi per cui essi vengono impiegati). In Tetsuo di S. Tsukamoto un mondo promettente ed oscuro, il mondo del metallo, sconvolge la vita delle persone in modo surreale e inquietante. Ora certamente la società di oggi non è a quei livelli, ma è sopraffatta in modo subdolo da un mondo similare ove oltre al metallo e alla plastica il cemento fa da padrone.
Non intendo fare discorsi moralistici nell’intento di analizzare se è giusto o sbagliato (per me, ambientalista, è sbagliato senz’altro), osservo sempre più un mondo noir mutante, un mondo “cement hurlant” che come una lama perforante entra sempre di più nella struttura del nostro sistema di vita. Un virus che squarcia la percezione della realtà come un disturbo subliminale per crescere prima a nostra insaputa, poi nonostante la nostra resistenza, continuare a crescere per volere di chi, invece, dovrebbe innescare l’antivirus.
Il cemento deflagra, si fa largo e distrugge la natura come un cancro invade le cellule sane del corpo e facendole impazzire le porta alla morte e quindi alla fine dell’uomo.
E’ un ibrido sociale ed economico basato sulla sofferenza futura per ora di straordinaria efficacia “politicante” e dai risultati di cassa. L’uomo a questo punto del suo viaggio, siamo nel XXI secolo, persegue un’eredità folle di masochismo estremo nell’aleatoria speranza fuori controllo di un nuovo mondo immediato e futuro. Le infrastrutture faraoniche, le opere super-mega-galattiche – limitandoci a questo solo – padroneggiano tutti i nuovi stimoli del potere e corrono più veloci dell’identità dell’uomo stesso, sembra di assistere terrorizzati alla corsa della sua fine con una velocità fine a se stessa.
Allora le immagini di Tetsuo (o”L’uomo d’acciaio”) dove si vede l’uomo che si scontra con se stesso tra le rovine post-industriali mi portano all’oggi con grande inquietudine e timore. L’uomo e il cement hurlant si fondono in una creatura biomeccanica pronta a seminare morte e distruzione nel mondo.
Sembra un quadro apocalittico vero? Eppure qualcosa di ciò già appare all’orizzonte! Un’opera colossale, un traforo lungo quasi 60 Km andrà a bucare una montagna in profondità (tra l’altro contenente amianto e uranio) per permettere ai treni di risparmiare una o due ore di viaggio. Treni tra l’altro merci e non passeggeri…quindi la diceria che ognuno potrà andare a Parigi in breve tempo è subito smentita. Ma anche per le merci è una bufala inventata poiché il traffico commerciale è in costante diminuzione da quasi un decennio e perché il costo sarebbe proibitivo se si vorrà in qualche decennio pareggiare i costi dell’opera. A meno che si voglia far continuare a pagare e quindi ancor di più aumentare il debito pubblico al popolo, per incentivare una tale assurdità. Un’opera quindi costosissima ed inutile; un’opera pericolosa per la salute dei residenti, e non solo, e per l’ambiente della valle.
E’ possibile voler costruire tale scempio totale! Come si può pensare di costruire il TAV in val Susa in un periodo cosi difficile dal punto di vista socio-economico ? Solo delle menti contorte e malversanti, opportunistiche e corrotte possono pensarlo! Un buon amministratore dovrebbe essere imparziale e non dovrebbe invece, prendere decisioni solo per il suo tornaconto e per quello degli amici. Tutti sanno che le Coop del PD volteggiano come avvoltoi su questa voragine di danaro pubblico che è il TAV, senza aggiungere le imprese legate alla destra come l’Impregilo. E ancora, senza contare i subappalti in mano alla mafia. Soldi, soldi, soldi e ancora soldi…ecco il motivo principale che spinge la partitocrazia e l’imprenditoria nella campagna dello stupro valsusino. Soldi che non ci sono per i veri “bisogni “del tessuto sociale, ma che fatalmente si reperiscono per l’ingrassaggio dei farabutti . Non solo,… in questo modo renderanno definitivamente il popolo schiavo della finanza globale e delle banche, per levare la sovranità a chi appartiene.
Un governo e un’opposizione che con i paraocchi continuano a percorrere la strada della cementificazione a 360 gradi , per aggiunta in un periodo di profonda crisi economica-sociale ed eco-ambientale dimostra sostanzialmente due cose: o è sordo e cieco oppure è profondamente dentro l’ingranaggio della malversazione criminale locale da una parte e la strategia debito-finanziaria globale dall’altra. Credo molto nella seconda accusa…, si …”accusa”… perché denuncio tutto l’apparato istituzionale di maggioranza e opposizione di alto tradimento verso il popolo sovrano e verso l’Italia. Il debito pubblico è un debito privato, fatto da privati e perciò con dei responsabili ben precisi che non solo hanno diretto male il paese, ma approfittando delle cariche hanno perpetrato ogni tipo di abuso e di malaffare. Una banda di criminali con alle spalle capi d’imputazione lunga almeno due decenni e che ancora adesso persistono nel loro intento. Ora è il popolo che deve aprire gli occhi dalla sedicente ipnosi con cui è stato soggiogato in questi recenti anni, deve indire subito un referendum popolare per far uscire dall’euro il paese e dichiarare il debito che vogliono accollarci “detestabile”. Cioè un debito che il popolo non pagherà e che dovrà pagare invece chi ha diretto il paese finora, dalla politica alla finanza, dall’imprenditoria alla malavita organizzata. Nessuno escluso. Il popolo deve diventare un Simon Wiesenthal nella ricerca approfondita e particolareggiata dei responsabili e colpirli in contumacia nei loro averi immobiliari e no per risarcire lo Stato libero e quindi il popolo sovrano.
E’ ora di dire basta ovunque, nelle piazze, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nei teatri, nei condomini, nelle chiese,…dire basta a questo assurda schiavitù pre-orwelliana che una classe dirigente corrotta intende impiantare nelle radici democratiche del paese.
Al punto in cui siamo è preferibile uscire dalla moneta unica europea insieme alle altre nazioni sul patibolo, tipo la Grecia e il Portogallo, ed assistere al tracollo dell’Unione Europea. Una Unione non dei popoli, ma solo della finanza; siamo stati beffati pure qui…si sperava nell’unione dei popoli europei e siamo caduti nella trappola molto bene orchestrata di una unione esclusivamente di banche ai danni dei popoli. L’euro non è la base di tutti i mali, ma certamente è un fallimento di proporzioni colossali e se ciò non viene detto è perché gli interessi finanziari privati sono enormi ed infiniti, perché ammettere questo fallimento da parte dell’UE significa ammettere la responsabilità di chi governa i popoli e delle banche che comandano i governi.
E …meno male che a capo del nostro governo c’è un certo Berlusconi, un imprenditore abile ed intelligente, che ha messo le sue doti e i suoi talenti per fare dell’Italia una grande impresa; se togliamo l’ironia rimane ben poco: la miseria e il default. Il Cavaliere del lavoro ci ha guidati alla deriva insieme ai suoi “sgherri” e ad un’opposizione fantasma e accondiscende su tutto per mantenere i privilegi e il proprio potere partitocratico. Adesso gli uni e gli altri vogliono convergere per un governo d’emergenza, in cui dietro all’angolo ci sarà un lungo periodo di sangue e pianti per la popolazione media e proletaria (i ceti benestanti e ricchi continueranno come sempre a non sentire la crisi). Ora si alleano per trovare soluzioni…, ma che soluzioni? Le solite ! La fantasia e la storia è sempre la stessa; condoni (cosi ci guadagnano sempre chi ha cercato di fregare lo Stato); lotta agli evasori (tanto non serve a nulla come sempre, è da decenni che lottano con gli evasori; dovrebbero per prima loro essere inquisiti…); vendita del patrimonio dello Stato e delle amministrazioni locali (già lo stanno facendo da vent’anni e i soldi chissà dove sono finiti; inoltre con che diritto questi politici vendono ciò che è del popolo senza chiedere ad esso il permesso); liberazione dei contratti di lavoro con il licenziamento libero ( in questo modo possono creare la vera lotta tra poveri con un continuo ridimensionamento dello stipendio a favore della ricchezza di pochi; ricorda molto il romanzo di Steimbeck “ Furore”); i soliti tagli al Werfare (ormai non rimane più molto da tagliare tanto hanno inflazionato sanità, scuola e sociale tramite le sforbiciate di questi ultimi anni); ecc…
In ogni caso sempre la solita politica impopolare e folle. Impopolare perché è sempre il popolo che deve soffrire e folle perché dimostra quanto siano incapaci ed incompetenti oltre che essere delinquenti. L’Italia è un paese senza materie prime, però ha delle risorse che ci invidiano , basterebbero politiche dedite a svilupparle.
Prima di tutto utilizzare le uniche risorse energetiche in possesso: sole, vento, acqua e geyser: iniziare da subito a costruire centrali di energia rinnovabile e sviluppare la conversione di tutte le industrie, del parco auto e degli immobili. In questo modo il lavoro e i posti di lavoro avrebbero da subito una crescita esponenziale e sarebbero stabili nel tempo. Secondo studi effettuati da ricercatori un piano di sviluppo del genere porterebbe il paese all’autonomia energetica in vent’anni e in grado anche di vendere addirittura energia ad altri paesi. Ma il mondo finanziario strettamente legato al petrolio e al fossile ed alla politica non lo permette; perderebbe il potere sul campo e quindi quei capitali enormi che tengono in schiavitù l’umanità intera.
Contemporaneamente all’energia rinnovabile risistemare un piano di salvaguardia della natura e dell’ambiente; abbiamo paesaggi stupendi e vari (monti, mari, campagne, colline, pianure, fiumi, laghi, ecc…) da salvare senza perdere tempo e da valorizzare in modo altamente eco-sostenibile. Oltre a ciò incrementare una strategia di salvaguardia e restauro di tutti i siti archeologici, d’arte e culturali del paese. Un valore inestimabile oggi portato alla rovina da una politica assente e filibustiera. In questo modo ecco altra crescita del lavoro e di posti di lavoro stabili e duraturi.
Questo permetterebbe uno sviluppo esponenziale del turismo mondiale nel nostro paese e con una politica adeguata potrebbe già trainare la nostra economia.
Non bisogna dimenticare lo sviluppo di una agricoltura biologica e autarchica, fatta in casa; sarebbe un ulteriore fonte di guadagno per il paese come simbolo del mangiar sano e genuino. Porterebbe più salute ai cittadini e, sfruttando la cosi detta dieta mediterranea , aumenterebbe possibilità maggiori all’industria del turismo.
Naturalmente bisognerebbe annullare dall’oggi al domani tutti i privilegi dei politici (auto blu, voli aerei di Stato privati, scorte, gettoni, incentivi vari, shopping parlamentare, ecc…); bisognerebbe equilibrare tutte le pensioni portandole ad un valore che permetta a tutti gli anziani di vivere in modo dignitoso gli ultimi anni di vita (per esempio un valore attuale di 1500 euro per pensionato, operaio o ingegnere, agricoltore o avvocato che sia); in questo modo annullando le super pensioni si otterrebbe una crescita dei consumi equilibrata e continua da parte di tutta la terza età, e chi nella vita lavorativa è riuscito ad incrementare il suo capitale esso continuerà ad avere uno stand di vita medio-alto lo stesso senza togliere nulla agli altri. Le super pensioni incidono prevalentemente sulle casse dell’INPS.
Stessa politica per gli stipendi, diminuirli e mettere una cifra massima e non superabile per i dirigenti e per coloro che amministrano e guidano un’azienda, per i calciatori e gli sportivi in genere, per gli artisti e i medici, per gli avvocati e i professionisti. In questo modo , aumentando un po lo stipendio del proletariato si favorirebbe la crescita dei beni attraverso una compra-vendita allargata ed equilibrata. Inoltre si avrebbe meno assenteismo e più responsabilità produttiva e lavorativa. Un operaio contento e soddisfatto produce molto di più e con soddisfazione che un operaio depresso per non saper come mantenere la famiglia. Gli incentivi al lavoratore sarebbero poi un toccasana per l’azienda stessa, perché garantirebbe una forza lavoro continua e presente.
Altra riforma sarebbe togliere tutte quelle cariche dirigenziali parassitarie e inutili che vivono sulle spalle della comunità Dalle provincie alle associazioni tipo il Coni, ecc… Non è possibile mantenere presidenti, segretari, amministratori delegati e non, direttori, ecc…(tutta gente fannullona e inutile allo sviluppo del paese); quando, ad esempio c’è il presidente del CONI
con tutta la giunta relativa a livello nazionale più uno o due referenti regionali , basta e avanza. Invece c’è in ogni regione e provincia la fotocopia identica della giunta nazionale e quindi un dispendio di soldi e risorse assurdo ed infinito per avere un nulla in senso pratico e produttivo.
Senza parlare delle Commissioni parlamentari, regionali, ecc…; tutte altamente costose ed inutili. Esistono già e sono profumatamente pagati dallo Stato i periti, gli ingegneri, gli avvocati, gli architetti, i geologi e cosi via nella pianta organica solo che non vengono utilizzati per la loro mansione, ma vengono puntualmente pagati. Ora invece che istituire commissioni esterne e buttare nelle tasche dei soliti “amici degli amici” capitali pubblici consistenti, bisognerebbe far fare il lavoro a chi è già alle dipendenze dell’ente pubblico (ecco altri fannulloni che potrebbero essere impiegati per ciò a cui sono pagati).
Evitare di costruire come folli infrastrutture ciclopiche inutili e dannose, cementificare inutilmente interi territori agricoli ed ambientali, costruire case su case, capannoni su capannoni col solo scopo di incrementare uno sviluppo fasullo ed incoerente oltre che malversante e criminale relativo all’imprenditoria cementizia. Anzi importante sarebbe ristrutturare e ammodernare le strutture esistenti per renderle più sicure, più eco-sostenibili e più utilizzabili incrementando cosi lavoro ed occupazione. Come d’altronde creare lavoro attraverso un piano di sviluppo di prevenzione/sicurezza del territorio attualmente inesistente ( l’abusivismo privato e pubblico hanno creato una potenziale bomba ad orologeria ogni qualvolta la “natura” riversa il suo corso vitale sulla strafottenza dell’uomo).
Ci sarebbero ancora molte cose da rivedere, come lo stipendio dei politici, l’usura legalizzata delle banche e delle finanziarie, le plusvalenze del tutto illegali e controproducenti per il bene comune, una riforma equilibrata e popolare della sanità, una scuola per tutti e garante nell’offrire potenzialità parziali a tutti, un rete nel tessuto sociale attenta ai più bisognosi , ai disabili e agli emigranti; in pratica nuovo lavoro e più moralità.
E che ne dire di istituire un calmiere per i beni di prima necessità dal cibo, alle cure sanitarie, dalla scuola alle fonti energetiche, idriche, telefoniche, assicurative, ecc. ; sarebbe un'altra politica popolare capace di incrementare fiducia nelle istituzioni e benessere nella società.
Tutto ciò non può che portare linfa positiva al sistema socio-economico di oggi, solo che i politici di oggi sono come gli aristocratici di ieri; non mollano il potere e la potenziale possibilità di arricchirsi alle spalle del popolo, tra l’altro anche in modo criminale e fraudolento; solo che la classe dirigente imprenditoriale non vuole un mondo diverso dall’attuale perché temono di perdere i loro privilegi immensi; solo che la malavita organizzata non vuole perdere la possibilità che ha oggi di convivere con questa classe dirigente seduta sulle poltrone della politica e dell’imprenditoria.
Il popolo deve soffrire per pochi, cosi è sempre stato, ma non è detto che cosi dovrà essere per sempre. Basterebbe iniziare a scendere tutti i piazza e a indire più referendum popolari inerenti a questi cambiamenti sostanziali, far decadere subito questi politici e non farli più candidare (tra l’altro sono tutti potenzialmente da condannare dopo un processo popolare a pagare la situazione in cui ci hanno traghettato).
Basterebbe avere il coraggio che ci manca e non pensare più a quel piccolo giardino di Nimby di cui tanto si parla e a cui tutti siamo schiavi, cioè, a scanso di equivoci, il piccolo mondo di interessi privati e personali, l’egoistico privilegio in qualche ramo socio-economico, il clientelismo, il favoritismo, ecc…
Per finire : bisogna saper stimolare lo sviluppo e l’occupazione in modo completamente nuovo e con tematiche diverse da quelle vecchie dei tagli recessivi e dei licenziamenti liberi; lasciare il terreno obsoleto dell’imprenditoria cementifera e dell’edilizia inflazionata, delle infrastrutture colossali inutili e dannose e della finanza portatrice di occupazione parassitaria per entrare attivamente e con efficienza nell’energia rinnovabile, nella salvaguardia dell’ambiente e dei siti culturali; per “produrre “ turismo reale e agricoltura bio-ecologica, ecc…
Nello stesso tempo bisogna permettere un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione attraverso una redistribuzione più equa del reddito. La stessa riduzione delle diseguaglianze con politiche fiscali e monetarie responsabili e calmierate, proporzionali al capitale non solo del reddito, ma soprattutto del tenore di vita e quindi degli investimenti e degli immobili, è parte essenziale per aprire le porte di sicurezza verso la fuga dal default. Tenendo sempre presente del ricambio totale della classe dirigente e dell’annullamento quindi della casta e dei suoi privilegi. In caso contrario la disoccupazione e il calo della produzione con l’inevitabile calo della domanda mineranno non solo la possibilità di ripresa , ma andranno a fomentare giustamente focolai di rivolta popolare alimentati dalla disperazione di molte e tante famiglie.
Investire, dopo aver fatto piazza pulita dell’attuale classe dirigente, sulla crescita e sull’occupazione con un sistema completamente diverso è una scelta efficiente per uscire dalla crisi e diviene anche una scelta ideologica portatrice di quel vento primaverile di cui abbiamo bisogno. Entriamo nella primavera e lasciamo l’inverno.
Quell’inverno che ci hanno condotto volutamente i nostri dirigenti della politica e della finanza senza etica, ma col solo pretesto di fare soldi e di cavalcare il potere. Ecco allora le immagini di “Tetsuo” , l’inverno della dimensione umana racchiusa nel film tra il metallo e nella realtà, della crisi odierna, racchiusa nel dio danaro che allarga potere e schiavitù tramite la cementificazione non solo del territorio ma anche del libero arbitrio.