domenica 4 aprile 2010

“Movimento per l’alternativa al nucleare”


"Anche se la sicurezza delle centrali nucleari fosse ragionevolmente garantita
– sul che vi sono seri dubbi –
resterebbero sempre non risolti, in fatto di sicurezza,
i problemi del trasporto dei materiali fissili
e quelli della conservazione nei secoli delle scorie radioattive.
In un Paese come il nostro, con un territorio in gran parte
idrogeologicamente dissestato e congestionato di inquinamenti
e per di più fitto di insediamenti urbani e costellato di tesori storici, artistici e paesistici,
è il ciclo nucleare nel suo insieme che presenta rischi e pericoli inaccettabili





Siamo persone impegnate in associazioni, gruppi, movimenti, sindacati, partiti.
Ci occupiamo di ambiente, di lavoro, di diritti, di occupazione, di risorse, di alimentazione, di nonviolenza, di pace.
Alcuni di noi sono stati attivi nel movimento contro il nucleare che ha portato nel 1987 al referendum che decretò il NO al nucleare in Italia.
Pensiamo che si stia abusando troppo delle risorse e della natura.
Crediamo che lo sviluppo come sino ad oggi pensato ed attuato, solo e sempre quantitativo abbia già da tempo depredato e sprecato più di quanto gli fosse consentito e più di quanto gli fosse necessario.
Crediamo che l’accumulo capitalistico, globalizzato e neoliberista abbia già fin troppo distinto tra chi può (tutto) e chi deve (tutto), tra chi ha troppo e chi ha niente.
Crediamo nel diritto ad alimenti naturali e sicuri, non geneticamente modificati, non chimicamente alterati e crediamo nella sovranità alimentare.
Crediamo nella pace: bene e ricchezza per tutti i popoli.
Crediamo che l’acqua, l’energia, siano beni comuni dell’umanità e che tutte e tutti debbano averne il diritto all’accesso.


In Africa il 73% delle terre coltivate è a rischio desertificazione, e in Italia il 21% del territorio nazionale è esposto alla stessa sorte (soprattutto Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
Sono circa un miliardo le persone colpite dalla siccità in oltre cento Paesi nel mondo.
Si calcola che da qui al 2020, oltre 60 milioni di persone potrebbero migrare dalle zone desertiche dell’Africa sub-sahariana verso il nord-Africa e l’Europa.

Nel mondo una persona su quattro, 1.6 miliardi di persone, vive ancora senza accesso all’energia elettrica.
Un miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. Trentamila persone muoiono ogni giorno per malattie legate alla mancanza d’acqua potabile, 16.000 di queste sono bambini sotto i dodici anni.
La spesa militare mondiale ammonta a 1.400 miliardi di dollari.
La crisi finanziaria rischia di avere un ulteriore effetto negativo per i poveri del mondo che non hanno ancora accesso alla luce e all'energia elettrica oppure che non possono più permettersi di pagarla. La risposta non sono certo le grandi opere o la scelta di ritorno al nucleare che, oltre a non rispondere alle priorità, sono scelte distruttive per l’ambiente e per le persone.
Le radici della crisi climatica si trovano nell’eccessivo consumo delle risorse energetiche, nell'eccessivo consumo delle risorse naturali da parte del Nord del pianeta e delle elite di tutto il mondo, nei metodi di produzione che danneggiano e che implicano enormi sprechi e in una gestione delle risorse naturali fondamentalmente non-democratica, iniqua e anti-sociale, che ha impedito sistematicamente alle comunità locali di esercitare la propria sovranità sulle proprie risorse e sulle scelte di sviluppo che le riguardano.
Il 22 maggio 2008 un ministro del IV governo Berlusconi ha annunciato, davanti all'assemblea della Confindustria, che il governo italiano prevede la costruzione "di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione" capaci di "produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente", la cui "prima pietra" dovrebbe essere posta entro il 2013.
Più recentemente è stato dichiarato che i siti per l’installazione delle centrali sono già stati individuati.

Siamo contrari alla decisione di ritorno al nucleare e diciamo perché:
L'energia elettrica ottenuta per via nucleare non è né economica, né pulita, né sicura:
a) l’uranio non è una risorsa né rinnovabile né sostenibile, limitata nelle quantità e nel tempo, molto costosa;
b) non è affatto senza emissione di CO2, perché, in realtà, se ne produce una quantità rilevante per l’estrazione del combustibile, per la costruzione della centrale e per il suo smantellamento;
c) malgrado i costi elevati, economici e ambientali, gli impianti nucleari di tutto il mondo forniscono una minima parte dell’energia necessaria. Dopo 50 anni, tutte le centrali del mondo forniscono appena il 6,5% del fabbisogno totale.
Le valutazioni della presunta convenienza economica sono state fatte sulla base di costi degli impianti non aggiornati che non tengono conto delle spese necessarie per lo smantellamento finale delle centrali e per la custodia e lo smaltimento dei residui radioattivi derivanti dal loro funzionamento.
La scelta nucleare proposta condanna ugualmente l’Italia ad una dipendenza, inevitabile in ogni grande processo produttivo, da capitali stranieri e da brevetti, forniture e tecnologia, detenuti da pochi gruppi monopolistici, con tutte le conseguenze politiche che ne derivano.
La scelta nucleare comporta la concentrazione della produzione elettrica in pochi mega impianti che stravolgono pesantemente le aree interessate sia sotto il profilo ambientale sia sotto il profilo della sicurezza, rendendone quasi inevitabile, per questo ultimo aspetto, la militarizzazione. Al contrario noi siamo per un modo di produzione dell’energia elettrica decentrato e diffuso sul territorio, che sia consapevole e rispettoso delle esigenze delle comunità e dell’ambiente in cui si sviluppa.
La scelta nucleare implica rischi di incidenti catastrofici di portata e scala imprevedibili, che possono essere determinati anche da sabotaggi: variazioni climatiche e alterazioni agli ecosistemi naturali, che possono derivare dal grave inquinamento termico
La scelta del nucleare porta con sé la produzione di crescenti quantità di sottoprodotti radioattivi altamente pericolosi e difficilmente conservabili in maniera sicura. Alcuni di questi sottoprodotti radioattivi costituiscono inoltre la materia prima per la costruzione delle bombe atomiche, cosicché la scelta nucleare contribuisce alla diffusione degli armamenti e alla instabilità internazionale contraria agli interessi della pace.
L’opzione nucleare è intrinsecamente rigida sia nella fase di programmazione che di produzione: gli ingenti impegni finanziari ed i tempi di messa in opera vincolano a proseguire il programma anche in caso di mutamenti del contesto socio-economico, obbligano all’uso dell’elettricità, anche se non necessario (le centrali nucleari non possono essere ‘rallentate’ o fermate per seguire la curva dei consumi) e sottraggono risorse ad altre opzioni, quali efficienza/risparmio energetico e fonti rinnovabili, più convenienti, diffuse, modulari e disponibili in tempi brevi.
La scelta nucleare, contrariamente a quello che da molte parti si vuole far intendere, contribuisce assai poco a risolvere i problemi occupazionali, essendo la costruzione delle centrali elettronucleari il tipico investimento ad alta intensità di capitale e bassa intensità di manodopera.
Le centrali nucleari necessitano per funzionare di enormi e continue quantità di acqua, bene sempre più prezioso, che verrebbero sottratte a bisogni primari ben più importanti, pensiamo ad esempio all’agricoltura, oltre a causare inquinamento ambientale.
I problemi prioritari dell'occupazione non trovano alcuna soluzione con la semplice moltiplicazione dei consumi e con la produzione di grandi quantità di energia, che finirebbero invece per favorire solo lo spreco e lo sviluppo di industrie ad alto impiego di capitale e di energia per addetto.

Proponiamo:

Che le ipotesi di sviluppo del consumo di energia vengano rivedute, tenendo conto anche delle maggiori possibilità di occupazione offerte da una politica di risparmio dell'energia e dopo aver chiarito come, cosa si intende produrre e per chi.
Di iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche rinnovabili: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali, biomasse (nel pieno rispetto dell’uso prioritario dei suoli per la produzione alimentare).
Che si attivi un percorso di sensibilizzazione e formazione per tutti, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole e da tutti i lavoratori per acquisire maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui ci troviamo.
Che si avvii una programmazione volta al risparmio energetico e all’uso più efficiente dell’energia (si calcola che metà dei consumi energetici italiani sono in realtà sprechi derivanti da usi poco razionali ed inefficienti dell’energia).
Che si implementi lo sviluppo della ricerca scientifica per un largo e migliore incremento ed utilizzo delle Fonti di Energia Rinnovabili.
Che a livello regionale e poi nazionale si avviino campagne e programmi e azioni sull’occupazione anche dedicate alla riconversione occupazionale in ambito energetico verso lo sviluppo delle FER.


Facciamo appello alle Associazioni, alle Reti, ai Movimenti, ai Sindacati, ai Partiti, alle persone e a quanti concordino con queste considerazioni per promuovere un percorso di contrasto delle scelte e delle decisioni di ritorno al nucleare.

venerdì 2 aprile 2010

La DECRESCITA secondo Latouche

di Paolo Rumiz - fonte: La Repubblica, 24/2/2008Un bel ritratto del filosofo teorico della decrescita Serge Latouche
Attenti, c´è una parola nuova in orbita. Ha solo sei anni, gli stessi dell’emergenza terrorismo. È stata lanciata quasi per caso nel marzo del 2002, a un incontro dell´Unesco a Parigi. Oggi vola alta, indica una rotta luminosa in un caos di disastri, surriscaldamenti climatici, emergenze immondizie, epidemie. Il suo nome è “decrescita“, e pare abbia un grande effetto pedagogico e liberatorio. Mobilita, diventa passepartout, propizia il contatto fra nuclei di resistenza, costruisce reti. Il suo scopo è rallentare, offrire alternative credibili alla tirannia dello spreco. Il suo slogan: vivere con meno è facile. Persino divertente.
Nome Serge, cognome Latouche, nazionalità francese. Il profeta del nuovo verbo globale vive tra Parigi e una vecchia casa in pietra rimessa a posto con le sue mani sui Pirenei Orientali, sotto il Pic Canigou, l’ultimo “paracarro” prima del grande ammaraggio dei monti nel Mediterraneo. Si sposta rigorosamente in treno e spende molto del suo tempo in giro per l’Europa a organizzare le pattuglie disperse del consumo virtuoso. Affascina, racconta, scrive pamphlet, fustiga l’economia globalizzata e la sciagurata «teologia del Pil». Insiste, soprattutto, sul lato «conviviale» di un’austerità intelligente.
Già in treno, andando da lui, la diga si rompe. Appoggio un suo libro sul tavolinetto - titolo “Come sopravvivere allo sviluppo” - e i vicini di scompartimento si avvicinano, come attirati da una calamita. Pendolari trentenni, titolari di lavoro precario. Chiedono di dare un’occhiata, leggono avidamente. Dentro c’è scritto che il collasso è questione di trent’anni. Diecimila giorni, roba da conto alla rovescia. Il petrolio si esaurisce, gli oceani si innalzano, centinaia di milioni di uomini dovranno spostarsi, il clima impazzisce, l’aria si avvelena, la sterilità maschile aumenta anno dopo anno. Tutto converge verso la stessa “deadline”, il 2030 o giù di lì.
I pendolari insistono, chiedono chi sia Latouche, vogliono sapere di lui, danno inizio a una discussione. Sono bastate poche righe di quel libro a svelare la paura sommersa più diffusa degli italiani. «Macché criminalità», dicono, «ci parlano di zingari e rumeni per non farci riflettere seriamente su queste cose». Hanno mangiato la foglia, ma non si accontentano di un megafono di protesta. Cercano una guida, qualcuno capace di rassicurare e tirarli fuori dal vicolo cieco. Chiedono soprattutto parole di buon senso.
È esattamente ciò che trovo quando incontro il mio uomo. Colui che ho di fronte, accanto a un piatto di stoccafisso e una bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo, è l’esatto contrario dell’eco-fanatico imbonitore di folle. Latouche è un tipo semplice, tranquillo, asciutto, segaligno e robusto come un ramponiere. Il suo volto è segnato da rughe, ha capelli grigio-ferro e l’occhio da aquilotto. È arrivato zoppicando con un gran sorriso, appoggiato al lungo bastone che è il suo emblema di viandante. «Che vuole, cher ami, ho le ginocchia calcificate e le piante dei piedi consumate dal troppo camminare. Ma è giusto così…, non è mica giusto lasciare al buon Dio un fisico in perfetta efficienza. No?».
Pensi che abbia formule da svelare: invece spiega che basta concentrarsi sulla qualità della vita. Dobbiamo liberare l’immaginario, reso schiavo di un feticcio apportatore di sventure. La parola sviluppo. Basta dire ai politici che, rinunciando alla mistica della crescita, non perderanno elettori, al contrario. Far capire alla gente che, scegliendo la decrescita, non torneranno all’età della pietra, ma solo a quarant’anni fa.
«I poteri forti ci ricattano, tengono in ostaggio la nostra immaginazione. Ci dicono che con la decrescita scenderà su di noi la tristezza di un’infinita quaresima. Non è vero niente. Invertire la corsa ai consumi è la cosa più allegra che ci sia». Questo è del resto il tema del suo prossimo libro in uscita in Italia a metà marzo per Boringhieri: s’intitola “Breve trattato sulla decrescita serena”. Latouche ce l’ha a morte anche col terrorismo mentale degli ecologisti annunciatori di penitenza. Sorride sotto la barba: «Ah, il masochismo protestante, il senso del dovere, i dieci comandamenti… Ma no! La sola regola è la gioia di vivere».
Quarant’anni fa, si diceva. Il disastro è cominciato allora. È lì che si è scatenata la corsa allo spreco. In quarant´anni il nostro impatto negativo sulla biosfera è triplicato, e non smette di crescere. Sembra impossibile, no? In fondo, non mangiamo il triplo, non facciamo il triplo di viaggi, non usiamo il triplo di vestiti… Come si spiegano questi numeri da apocalisse?
Semplice. Nella nostra vita ha fatto irruzione l’Usa e Getta, l’obsolescenza programmata dei beni. Una follia. Il trenta per cento della carne dei supermercati va direttamente nella spazzatura… Un’auto è vecchia dopo tre anni, un computer peggio ancora… E se non li cambi sei “out”… Viviamo di acque minerali che vengono da lontanissimo, in mezzo a sprechi energetici demenziali, con l’Andalusia che mangia pomodori olandesi e l’Olanda che mangia pomodori andalusi…
E che dire delle bistecche, che quarant’anni fa avevano il sapore dei pascoli. Oggi sono gonfie di mangimi alla soia, coltivata a migliaia di chilometri di distanza, in campi ricavati dai disboscamenti dell’Amazzonia. «Una volta ero un divoratore di carne. Oggi la mangio col contagocce. Ma non per negarmi qualcosa. Lo faccio per divertirmi a scoprire le nuove frontiere del mangiare. Il mio amico Carlo Petrini dice che un gastronomo non ecologista è un imbecille, e un ecologista non gastronomo è una persona triste. Ci pensi: è verissimo».
Per i rifiuti la regola base del benessere non cambia. «Inutile fare come i tedeschi, per i quali la raccolta differenziata è diventata ossessione. Basta comprare diversamente, vivendo in modo conviviale. Non c’è inceneritore che tenga… Il miglior rifiuto è quello non prodotto… E attenzione, lo dico agli amici italiani, l’assedio da immondizie non è una questione napoletana. È una questione mondiale, il libro di Saviano lo dice chiaro. Gli Stati Uniti mandano in Nigeria ottocento navi al mese di rifiuti tossici non riciclabili».
Affrontiamo in letizia lo stocco, il pane e il vino, e il discorso di Latouche è come una litania francescana che ti obbliga a sillabare senza paura l’abc della rinuncia. Le e-mail, per esempio. «Scrivo spesso lettere a mano, ma non per tornare alla candela e alla pergamena. Lo faccio per il semplice piacere di dimostrare a me stesso che posso camminare senza le protesi artificiali imposte dal sistema, in modo atossico. Intendo la posta elettronica, e tutto il resto. La mia è una forma di allenamento al digiuno dalla tecnologia. Un tecno-digiuno».
E poi la bici. «Non la uso perché si deve, ma solo perché è bello. Se nella mia casa in montagna pedalo chilometri ogni mattina per procurarmi i croissant per la colazione, significa che mi fa vivere meglio, punto e basta. Incontro persone, parlo, imparo, e la giornata comincia col piede giusto. Ivan Illich, grande fustigatore dello spreco, diceva che questo mondo ad alto consumo di energia è, inevitabilmente, un mondo a bassa comunicazione fra uomini. Ecco, la bici è il simbolo del contrario. Una vita a bassa energia genera alta comunicazione».
Non parliamo dei telefonini. «Potrei dire che fanno male, che per costruirli si usa un minerale rarissimo e altamente tossico; o che dietro a ogni cellulare c´è il sangue delle guerre tribali fomentate dall’Occidente in posti come il Congo. Invece dico solo questo: senza telefonini si vive meglio. L’ansia cala. L’allegria aumenta. Non hai più il Grande Fratello che ti sorveglia. Uno lo capisce anche senza sapere niente di economia e scomodare la geopolitica».
Sviluppo: l’imbroglio è contenuto già nella parola. Nasconde lo sfruttamento e la rapina; lo sradicamento in massa di individui, la morte delle diversità, l’evidenza di un’umanità apatica, infelice, obesa, precaria, insicura e, a ben guardare, anche più povera. «L’idea di sviluppo resiste ostinatamente all’evidenza del suo fallimento. Per questo ha smesso da tempo di essere una cosa scientifica. È diventato mistica, mitologia, religione. Un feticcio imbroglione che anestetizza le sue vittime. Il vero oppio dei popoli».
Ci dicono che per uscire dalla crisi economica dobbiamo lavorare di più. Diventare cinesi. Che la Cina vada al disastro e affoghi nell’inquinamento, sono obiezioni irrilevanti. Si va avanti lo stesso. «È da questa cecità che dobbiamo liberarci», dice il francese. Sì, ma allora qual è il modello giusto? «Anni fa ho incontrato un contadino laotiano. Stava seduto sul bordo di un campo e non faceva nulla. Gli ho chiesto: che fai? Ha risposto: ascolto il riso che cresce. J’écoute le riz pousser. Ritroviamo il piacere della vita, prima dell’ansia di fare».
È così ovvio: una società che ha come solo scopo lo sviluppo economico è come un individuo che vuole solo essere obeso. Eppure la gente ha lo stesso paura di cambiare, teme di perdere il benessere. «Qui gli allarmi degli ultimi decenni, cose come Chernobyl o l’epidemia di mucca pazza, sono stati utilissimi. Hanno posto interrogativi alla gente. Fanno il gioco del partito della decrescita. Per questo, più che immaginare La Grande Catastrofe Finale, preferisco costruire una pedagogia delle piccole catastrofi intermedie. Non c’è niente di meglio per far capire alla gente l’apocalisse che verrà».
E la lentezza? «La guerra della Valsusa contro la linea ferroviaria ad alta velocità è sacrosanta ed è stata un pilastro nella storia del partito della decrescita. Era il dicembre del 2005, trentamila persone si erano schierate sotto la neve contro i bulldozer e io ero in tv, a L’Infedele di Lerner, a commentare in diretta. Ecco, proprio allora si è creata la saldatura tra quella battaglia concreta e la teoria della decrescita. È lì che i movimenti sono usciti dalla foresta e hanno cominciato a saldarsi tra loro. Quello anti-Tav, quello contro il megaponte di Messina o la centrale di Civitavecchia».
Latouche ne è certo: i poteri forti temono la pubblica opinione. Per questo ci tengono all’oscuro. Nell’Unione Europea hanno bloccato tutti i referendum sulle grandi opere e gli ogm, perché sanno benissimo che la gente voterebbe contro, come è successo in Svizzera. José Bové ha dovuto fare lo sciopero della fame perché il governo francese, per timore di reazioni popolari, mantenesse la promessa moratoria sugli organismi geneticamente modificati. «Se un politico andasse in tv e dicesse: signori, stiamo viaggiando su un treno senza conducente, da domani dobbiamo cambiar vita… Se quel politico desse nuove regole di comportamento virtuoso alla nazione, non ho dubbi che sarebbe ucciso nel giro di una settimana».
È un segno di paura. Per questo l’economia globale accelera invece di rallentare. Per questo le immondizie diventano montagne, il fossato fra ricchi e poveri si allarga, le banlieues si incendiano. Per questo la corsa alle ultime risorse diventa rapina, guerra, e il sistema entra nel tunnel dell’assurdo. «Assurdistan» lo chiamava Illich. E poiché paura e consumi aumentano in parallelo, ecco che la costruzione di un partito della decrescita diventa una gara di velocità, una corsa contro il tempo.
«Quarant’anni fa sono andato a lavorare in Africa come esperto di sviluppo. Volevo redimere il continente dalla sua arretratezza. Ma ero anche affascinato dai popoli africani. Studiavo appassionatamente quelle stesse culture che con l’economia contribuivo a distruggere. È stato lì che la contraddizione mi è apparsa chiara. Ed è stato lì che ho perso la fede. Da allora ho combattuto, sentendomi un predicatore nel deserto. Oggi, per la prima volta, vedo che le cose stanno cambiando. I nuclei a economia sostenibile si moltiplicano. Nelle città conosco interi palazzi che si organizzano in modo ecosostenibile. Lo sento, ce la faremo».

martedì 30 marzo 2010

Elezioni Regionali 2010

Elezioni Regionali 2010

L’esultazione di Berlusconi & company è fuori luogo in quanto ha vinto contro un partito d’opposizione incapace di fare opposizione e incapace di rinnovarsi partendo dal vertice, quindi contro un partito perdente fin dall’inizio… e lui, il leader supremo, rimane comunque l’imprenditore politico e miliardario più indagato della storia italiana, e se non fosse per i truschini legislativi dei suoi leccapiedi avvocati sarebbe di sicuro dietro le sbarre delle patrie galere.
Il centrosinistra ha ben meritato la perdita di alcune regioni per l’incapacità di fare opposizione vera e per il suo connubio deleterio con l’attuale maggioranza, grazie agli ormai consueti ed eterni volti noti; finché questo centrosinistra camminerà lungo questa strada perderà sempre più posizioni e non farà che regalare spazio al regime della maggioranza.
Poi non si venga a dire che Il Movimento 5 Stelle ha portato via voti al centrosinistra , poiché i voti di questa nuova lista sono voti dati non per protesta , ma per dar forza ad un nuovo modo di fare politica, senz’altro più democratico e popolare.
In Piemonte avere Cota o Bresso alla guida della regione non cambia molto…volti e qualizioni diverse, ma alla fin fine demagogicamente perverse entrambi.
Certo si aveva più a cuore l’elezione della candidata del centrosinistra, ma penso sia giusto cosi e che la sconfitta possa far riflettere bene ai politici di centrosinistra su cosa vuole il popolo e chi è che compone il popolo.
Il centrodestra ha vinto anche per la solita scesa in campo del loro leader Berlusconi, che invece di fare il Presidente del Consiglio e di pensare ai problemi del paese fa campagna elettorale con tutti i poteri medianici che naturalmente possiede per le grandi ricchezze accumulate nelle passate legislature, per essere di fatto il padrone in Italia dell’informazione televisiva e giornalistica.
Nulla di più antidemocratico!!!
Nulla da fare ! …la sua capacità da imbonitore è fenomenale (bisogna togliersi tanto di cappello, come si suole dire); aveva ragione Indro Montanelli quando lo definiva il più grande piazzista del mondo e lo riteneva, con largo anticipo, un pericolo per la democrazia del paese.
Ma ricordo che oramai non c’è solo più lui, ma tutto il suo seguito di fedeli che siedono nelle più importanti poltrone del paese e che come padroni e non rappresentanti del popolo fanno ciò che vogliono.
Certamente vogliono cambiare con demagogiche riforme la Costituzione, per levare ogni ostacolo rimasto alla loro bramosia di potere e per instaurare definitivamente il loro regime filo-fascista.
Ricordiamoci come nei primi anni venti dello scorso secolo Mussolini nel contesto della forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere. Forzando la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di squadrismo e d'intimidazione politica riusaci ad ottenere l’investitura di Capo del Governo per poi con le contestate (per via dei brogli elettorali ) elezioni ottenere il potere assoluto.
Oggi pur non essendoci questo stato di cose, c’è l’instabilità di un centro-sinistra allo sbando, un crisi acuta e duratura dal punto di vista economico-sociale, un inconsueto qualunquismo (specie giovanile) politico determinato dallo sfrenato consumismo elargitoci dal potere come placebo ai mali interiori della vita quotidiana, una incapacità incredibile di fare opposizione politica nei meandri interni del parlamento, un declassamento del potere legislativo da parte del potere esecutivo, un tentativo costante di bay.passare anche il potere giudiziario attraverso leggi personali e di parte, un’informazione filo-guidata e censurata da parte della maggioranza, una presenza costante e persistente di volti noti del potere attuale che non lasciano spazio a volti nuovi, una politica in mano ai brontosauri legati alle poltrone, una politica colma di delinquenti ( mafiosi, indagati, condannati, corrotti, fraudolenti, ecc…) legalizzati da loro stessi, ecc…
Oggi dicevamo c’è tutto ciò che serve per instaurare un colpo mortale alla democrazia del paese, e le uniche forze contrarie e oppositrici sono sole e contrastate anche da quella potenza potenziale dell’unico partito che potrebbe essere il naturale antagonista dell’attuale maggioranza golpista.
Per questo piango: piango per la vittoria del regime e piango perché non c’è quella grande opposizione che metà paese col suo voto desidera; piango perché le forze nuove e non (Movimento 5 Stelle, Di Pietro, Rifondazione comunista, ecc) sono inascoltate dall’ipocrisia del centro-sinistra.
Ecco allora un futuro veramente incerto e buio, un medioevo pauroso e nefasto per il popolo dei lavoratori, per la gente comune, per coloro che trainano il paese con la loro fatica e il loro sudore a vantaggio dell’oligarchia oggi al potere.
Ogni diritto acquisito dopo decenni di lotte dei nostri padri potrà essere tolto in cambio di un cellulare nuovo, di un tv a cristalli liquidi, di un’auto più bella, di un viaggio esotico…
Ne vale la pena? Credo fermamente di no!
Con le nuove riforme si assisterà in seguito alla candidatura di Berlusconi come Presidente della Repubblica e la sua elezione porterà in carica il primo Presidente di una Repubblica Presidenzialista, con un addio alla democrazia e a quella Carta Costituzionale che i Padri della Patria ci hanno consegnato per amarla e custodirla anche a prezzo della vita.
In questo quadro nefasto spero nella levatura morale e politica dei giovani, degli studenti, delle nuove generazioni che come sempre nella storia hanno lottato per la libertà del popolo; spero che i giovani si sveglino dal torpore politico incredibile con cui si sono chiusi per un benessere-consumistico che lava il cervello; spero nelle nuove forze sociali pure e libere che sappiano mantenersi tali e fendere colpi micidiali al regime; spero nel popolo dei cittadini comuni che prendano le “armi ghandiane” contro “il mare di prepotenze e di ingiustizie e combattendole pongano fine ad esse“.
Spero in un paese libero e giusto guidato con rettitudine e senso civico oltre ché da una profonda e prodiga capacità verso i bisogni altrui.
Giù le mani dalla Costituzione!!!
Il voto in Val di Susa inoltre palesa la grande opposizione dei cittadini alla TAV e ciò non fa altro che rimarcare il proprio “mea Culpa “ al partito che per antonomasia storico-politica doveva ascoltare la voce del movimento contrario all’alta velocità , i NO TAV., la voce della gente che vive sulle proprie spalle l’alterigia dei politici.
Questo dimostra che fin quando il potere centrale del partito non tiene conto della voce del popolo, ma obbedisce a un vertice direttivo sporco, ipocrita e connubiale col regime al governo e con i poteri forti dell’imprenditoria filo-mafiosa , senza contare tutto il resto, esso dovrà ad ogni consultazione elettorale leccarsi ferite sempre maggiori.
Piano piano anche gli abituali elettori storici di questo partito emigreranno e l’unica forza al momento potenzialmente in grado di emergere si ridurrà a poche percentuali di votanti.
“ Non si sputa nel piatto dove si mangia”!
Non si rinnegano gli originali ideali e le proprie origini per confondersi nell’attuale “mangia-mangia” della casta al potere.
Questo centro-sinistra deve cambiare rotta, ma prima deve cambiare i suoi dirigenti oramai asserviti al potere, ai propri interessi e alle proprie incapacità di vedere oltre il loro naso.
Sono felice per il risultato del Movimento 5 Stelle, veramente contento e sono contento anche per la tenuta di Di Pietro che ha patito molto il riciclaggio di politici arrivisti insedianti nelle sue liste, oltre all’alleanza col PD in Campania per sostenere un candidato inquisito e corrotto.
Sono amareggiato per tutto il resto…e per un Governo Nazionale e Regionale oppressore dei deboli e nemico acerrimo dell’ambiente e della natura.

mercoledì 24 marzo 2010

BASTA...!!!




  • Non c’è più il “buon esempio” . il saper ascoltare e il saper chiedere scusa!
    Oggi si lavora sui ruoli più che sulle menti e sui cuori, sugli esiti più che sulle motivazioni.
    Oggi si insiste a proposito e a sproposito sulla cultura del “fare”, trascurando l’”essere”.
    Ciò determina tutti i disvalori di questa classe dirigente: corruzione, svalutazione della vita, erosione delle regole perseguita con ostinazione nel campo economico-legislativo e sociale, perdita di ogni valore morale, egoismo, superbia, opportunismo, ecc…tanto che perfino il sommo poeta avrebbe difficoltà ad inserire nella sua prima cantica gli omuncoli o umanoidi verticisti dei quadri direttivi ; dovrebbe inserirli tutti in ognuna delle sue bolge infernali
    .
    Basta!
    Il popolo dei lavoratori che pagano le tasse dovute, il popolo dei disoccupati, il popolo dei malati, il popolo degli emarginati, il popolo degli immigrati, il popolo dei nuovi poveri, il popolo…cioè la gente comune che vive e muore in Italia ha il diritto di dire BASTAAAAAAAAAAAAAAAAA…!!!
    Allora …
    Basta a un governo nazionale di ladri, papponi, falsi, incompetenti, guerrafondai, mascalzoni, indagati, condannati, implicati, festaioli…e chi più ne ha lo scriva…



  • Basta ai governi regionali, provinciali e cittadini di pari corso a quello centrale



  • Basta a un governo di decreti legislativi



  • Basta a un Parlamento circonvallato, circonvenuto e bay-passato



  • Basta all’assalto della Carta Costituzionale per effettuare il “golpe- soft riformista”



  • Basta al “ fare” per il falso progresso



  • Basta a politici corrotti, delinquenti e opportunistici



  • Basta alle leggi razziste



  • Basta alle grandi opere come cattedrali nel deserto



  • Basta alle infrastrutture inutili e dannose alla salute del cittadino oltre che alle sue tasche


  • Basta alla censura dell’informazione



  • Basta all’informazione dei pochi potenti



  • Basta ai lodi Alfano, Schifani, ecc



  • Basta alle leggi ad personam



  • Basta ai conflitti d’interesse



  • Basta alle centrali nucleari



  • Basta agli inceneritori,… il problema rifiuti non si risolve bruciandoli…incompetenti…!



  • Basta alla CO2



  • Basta alla privatizzazione dell’acqua



  • Basta alle morti bianche



  • Basta alla cementificazione del territorio



  • Basta alla vendita del demanio



  • Basta al vendita dei territori e degli immobili appartenenti al popolo



  • Basta ad una Chiesa che non prende posizioni cristiane



  • Basta a Chiesa che gioca col potere temporale



  • Basta a un progresso ipocrita del “fare”



  • Basta al progresso del “costruire” sempre e ovunque



  • Basta alla velocità insensata



  • Basta alla tv imbecille



  • Basta alla cecità verso il popolo che soffre



  • Basta alla sordità verso un popolo che grida



  • Basta alle auto e aerei “blu”



  • Basta alle scorte pagate dal popolo ai politici corrotti, indagati, falsi, mafiosi, ecc…



  • Basta alla mafia concubina con la politica



  • Basta ai politici mafiosi



  • Basta agli sciacalli imprenditoriali



  • Basta alle Impregilo e alle varie multinazionali di stampo mafioso



  • Basta ai Gelli



  • Basta alla P2



  • Basta alle ai falsi attentati per demonizzare i contrari dell’attuale regime



  • Basta alle false lettere, scritte minatorie per colpevolizzare il popolo che coraggiosamente dice NO



  • Basta picchiare il popolo civile ed inerme che manifesta il proprio dissenso avallando motivazioni precostruite e false



  • Basta all’ “Uomo del mio tempo” cantato da Quasimodo



  • Basta ad un governo guerrafondaio



  • Basta alle feste dei potenti quando il popolo piange



  • Basta a un Presidente della Repubblica che dorme



  • Basta ad una opposizione inesistente e corrotta



  • Basta ai Berlusconi, ai Schifani, ai Brunetta, agli Alfano. ai Sacconi, ai Matteoli, ai Moratti, ai Formigoni, ai D’alema, ai Fassino, ai Riina, ai Provenzano, ai Capezzoli, ai Chiamparino, ai Saitta, alle Bresso, ai Ferrentino, ai Pomicino, ai …., ai…e la lista sarebbe interminabile…





  • Per tutto ciò… è ora che il popolo opponga una forte e “ghandiana” resistenza popolare e partigiana con una accusa e una denuncia ;…



  • J’ACCUSE …!
    Lettera al Presidente della Repubblica



  • J’accuse…
    L’attuale Governo della Repubblica Italiana di essere un governo oligarchico e autoritario senza precedenti dall’epoca fascista e come non se ne sono mai visti in una democrazia occidentale; un governo falso e viscido che lascia la sua untuosità in ogni azione che tocca…


  • Il signor Silvio Berlusconi di essere subdolo, infido, ipocrita, demagogico, misfacitore, colpevole a piede libero….insieme a tutti i suoi devoti servi


  • Accuso il Presidente del Consiglio di onnipotenza inconcepibile per una democrazia e di aver instaurato con l’aiuto dei suoi servi un regime nemico del popolo italiano.
    Un Presidente del Consiglio che ha paura di farsi processare anche se si ritiene innocente è un presidente colpevole fin dalle sue fondamenta in quanto non ha fiducia delle istituzioni che lui stesso rappresenta.
    Come potremmo allora noi, POPOLO , avere fiducia in lui!
    Un presidente che triplica in 5 anni di legislazione il suo impero finanziario è un presidente che ha lavorato in seno alle massime cariche dello stato per i suoi tornaconti; i suoi conflitti d’interesse mai regolati dall’opposizione compiacente ed inesistente lo ha reso sempre più forte e allo stesso tempo nel diritto di esercitare nella Repubblica la sua follia.
    Questo presidente deve dimettersi immediatamente e con lui tutti i suoi tirapiedi; in caso contrario il paese rovinerà nel caos di una crisi non solo socio-economica ma anche di identità relativa alla dignità di un paese che si riteneva libero e che ora non può più esserlo.
    Ogni suo leccapiedi che siede nei ministeri , nelle poltrone regionali e cosi via…sono uomini incompetenti ed ignoranti…seguono alla lettera un copione che dopo anni è sempre lo stesso…nonostante il mondo fuori cambia e dentro crolla.
    Questo governo ha perpetrato e perpetra misfatti ai danni del popolo che lavora e da solo mantiene uno Stato che si consuma a vista d’occhio..per chi non ha la trave davanti agli occhi.



  • Accuso il governo di abuso di potere attraverso i continui e persistenti decreti legge che bay-passano il potere esecutivo del parlamento, appropriandosene.



  • Accuso il governo di censurare l’informazione e di bloccare l’opinione contrastante il suo potere



  • Accuso il governo di calpestare i diritti dei cittadini attraverso il suo potere mediatico presente nelle televisioni e nei giornali



  • Accuso il governo di collaborare con la mafia imprenditoriale in ogni suo progetto infrastrutturale, grande o piccolo che sia…



  • Accuso il governo di linciaggio fisico e morale nei confronti di inermi cittadini sfalsando poi e mistificando nel dopo l’informazione (guardare i casi NO TAV)



  • Accuso il governo di un futuro omicidio nei confronti di una parte di cittadini onesti che lottano per salvaguardare il territorio in cui vivono (l’amianto e l’uranio ci sono, le polveri ci saranno e la TAV la vogliono costruire ben sapendo la percentuale di morti per tumore che aumenteranno )



  • Accuso il governo di rendersi colpevole verso la natura e l’ambiente se costruirà la TAV


  • Accuso il governo di non pensare al futuro del paese e del pianeta , ma di pensare solo ai propri componenti e amici arricchendosi e acquistando sempre più potere.



  • Accuso il governo di voler costruire centrali nucleari annullando senza diritto un referendum popolare e il volere dei cittadini



  • Accuso il governo di volere queste centrali pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente
    Accuso il governo di non impegnarsi in modo totale alle energie rinnovabili relegandoci ad essere sempre il fanalino di coda tra i paesi occidentali nei riguardi dell’energia


  • Accuso il governo di pensare a non far processare il proprio leader per salvaguardare il proprio status sociale



  • Accuso il governo di credersi il proprietario dello stato e di tutti i suoi averi e di non considerarsi un semplice rappresentante del popolo



  • Accuso il governo di essere guerrafondaio : la pace non si costruisce mai con le armi e con missioni militari in cambio di progetti e licenze imprenditoriali su paesi in via di sviluppo


  • Accuso il governo di raggirare la buona fede dei cittadini più poveri e degli anziani con l’elemosina delle social.card



  • Accuso il governo …di tutto…tutto ciò che fa per distruggere la Repubblica


  • Accuso il governo di voler mettere mano alla costituzione italiana con l’attenuante ipocrita delle riforme per rendere più facile e definitivo il suo regime, per eseguire il suo “golpe-soft” finale.



  • Accuso il governo di incapacità a comprendere che il progresso ai giorni nostri non è il “fare” e il “costruire” ad oltranza, ma rispettare l’ambiente, la natura che ci ospita.


  • Accuso il Presidente del Consiglio di non svolgere il suo compito specie durante le campagne elettorali…, faccia il Presidente non il “cerca voti e consensi” con la sua retorica demagogica del “cazzo” attraverso il monopolio dell’informazione…Dovrebbe essere in carcere…tra l’altro, non sopra un palco a raccontare “stronzate“…


  • Infine accuso il Partito Democratico di essere concubino di tale governo per non essere mai stato all’altezza di fare opposizione, ma anzi di collaborazione infingarda con tale governo.


  • …fermiamo questo Governo di falsità e follia e ricominciamo a pensare con la nostra testa.


  • E’ ora di finirla…è ora di dire basta….
    Possiamo forse ancora salvare il paese Italia e con esso il suo territorio e il suo popolo.
    Nessuna violenza, ma solo una grande marcia di popolo unito e deciso a cambiare pagina fermando questi malandrini legalizzati e buttandoli nelle galere o nella rete sociale senza gli averi che con raggiri hanno maltolto al popolo.
    Avviciniamoci alla natura, salvaguardiamo l’ambiente, sfoderiamo le nostre virtù, evangelizziamoci anche…attraverso una attenta lettura del Vangelo… Gesù Cristo era con i poveri, gli emarginati, gli afflitti, gli affamati, i malati, gli innocenti, i buoni, gli umili, ecc…
    San Francesco c’è lo ricorda attraverso la sua svestizione e la sua vita…e l’Istituzione della Chiesa non poté fare altro che crollare davanti alla verità del vangelo non manipolato…



  • Popolo italiano apri gli occhi e inizia un nuovo cammino verso la libertà e l’uguaglianza..il nemico peggiore è in casa e siede a capotavola.
    Questa gente e per primo il suo capo hanno solo e sempre pensato ai propri interessi sfruttando l’ignoranza e il consumismo, il potere e il conformismo dilagante che dispensano per tenerci incatenati.
    Spezziamo queste catene…spezziamole…