martedì 31 maggio 2011

Tav, pronta la militarizzazione della Val di Susa Venerdì 27 Maggio 2011 12:48

di Susanna Grego
I rappresentanti delle istituzioni piemontesi e degli industriali hanno annunciato la militarizzazione della Val di Susa, durante una conferenza stampa svoltasi questa mattina presso l'Unione Industriale. Manderanno infatti una lettera al Ministro dell'Interno Roberto Maroni per sollecitare tutte le azioni necessarie per poter iniziare i lavori alla linea Torino-Lione in Val di Susa entro quattro giorni. In quanto al possibile uso della forza nei confronti degli attivisti No Tav che presidiano la zona, Barbara Bonino, intervenuta in rappresentanza della Regione Piemonte, non esita a specificare: "Non c'è nessun limite di ingaggio in questo senso, quando si tratta di azioni che tutelano l'incolumità dei cittadini. Noi siamo a fianco delle forze dell'ordine, sappiamo che il lavoro che dovranno affrontare sarà complicato e che avranno anche fare con agitatori di professione o persone addestrate alle tecniche di guerriglia, che hanno scagliato sassi da 120 chili (120 chili è il peso complessivo dei sassi lanciati dai No Tav lunedì notte n.d.r.)".
Un'affermazione che Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, si è sentito in dovere di ammorbidire: "Auspichiamo un intervento che garantisca la legalità nelle forze consentite dalla legge" dice. Barbara Bonino aggiunge: "Esiste nella comunità una maggioranza schiacciante e silenziosa che è favorevole alla Tav. Il mio unico rammarico è che non si sia voluto procedere nel corso degli anni con un referendum, che avrebbe tolto ogni alibi agli agitatori e autori di disinformazione i cui fini mi sfuggono". Sulla stessa linea Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino: "Stiamo discutendo cose diverse dal passato: abbiamo fatto un progetto che porta vantaggi territoriali e che è accompagnato da un piano di sviluppo che invece di conferire delle compensazioni, garantisce che il 5% della spesa per l'opera sarà destinato a iniziative parallele per lo sviluppo del territorio – dice Saitta - Abbiamo fatto tutto il possibile, ora è esclusivamente un problema di ordine pubblico".
Piero Fassino, neo sindaco di Torino, sottolinea come bloccare la Tav in Val di Susa non comporti il blocco del corridoio 5 in Europa: "Esistono due progetti alternativi, uno che passa da Genova e uno da Ginevra. La Tav si farebbe lo stesso, ma Torino rimarrebbe tagliata fuori da questa opportunità di sviluppo". Duro l'intervento di Luigi Rossi di Montelera, presidente del Comitato Transpadana: "Un'opera concordata con un trattato internazionale, decisa dal Parlamento Europeo e da quello Italiano, in cui tutte le Regioni, le Province e i Comuni interessati sono favorevoli, non può essere fermata da una piccolissima minoranza locale, significherebbe minare le istituzioni stesse del Paese e porre fine alla democrazia". Gianfranco Carbonato, presidente degli industriali torinesi cita un recente studio McKinsey, che dà come possibile per L'Italia una crescita pari allo 0,9% nel prossimo quinquennio. "La crescita per essere tale deve andare oltre il 2%, ora siamo all'1%. La nostra zona potrebbe avere una crescita dello 0% nei prossimi dieci anni – ha spiegato - la Tav è una possibilità di sviluppo e occupazione per il Piemonte".
E Bartolomeo Giachino, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, propone una campagna di informazione nelle scuole medie e superiori sul Corridoio 5 e sul piano di sviluppo della linea ad alta velocità. C'è da chiedersi se la figuraccia che tanto si teme da parte delle istituzioni nel caso che un progetto come quello della linea Torino-Lione venga bloccato da una minoranza locale non equivalga a quella che farebbe l'Italia quando si saprà nell'Unione Europea che per iniziare l'opera c'è bisogno di chiamare l'esercito e reprimere una manifestazione nel sangue.
E se questa campagna di informazione nelle scuole e le azioni di coinvolgimento dei soggetti locali non poteva essere avviata fin dai primi giorni.
L'articolo di Marco Bardesono su CronacaQui in edicola il 27 maggio
Il sindacato di polizia vuole denunciare e far pagare ai NO TAV il costo della loro presenza in Val di Susa per scortare le ditte che devono iniziare i lavori alla Maddalena ….
Il sindacato di polizia: «Chiediamo i danni ad anarchici e NoTav Controllare la protesta dei No Tav costa allo Stato 30mila euro al giorno. Lo sostiene il Sap (Sinda¬cato autonomo di polizia) che nei prossimi giorni potrebbe farsi promotore di un'azione giudizia¬ria risarcitoria nei confronti dei manifestanti.
«Ogni giorno - spiega Massimo Montebove, consigliere naziona¬le del Sap - in Valle di Susa, 350 tra poliziotti e carabinieri forma¬no un complesso sistema di sicu¬rezza che serve soltanto a fare cassa di risonanza alle poche de¬cine di soggetti, tra i quali appar¬tenenti ai centri sociali ed estre¬misti ben noti. Forse - continua Montebove - se questi signori sa¬ranno toccati nel portafoglio comprenderanno finalmente che il dissenso legittimo non può co¬stituire l'alibi per commettere reati». Il sindacato di polizia regi¬stra e amplifica le proteste delle centinaia di agenti che hanno presidiato Chiomonte giorno e notte e che hanno fatto da baluar¬do alle violenze di pochi estemisti: sassaiole, insulti, barricate.

Il Pdl intanto per bocca del vice coordinatore vicario regionale Agostino Ghiglia, sulla Tav chiede l'intervento della magistratura e annuncia di voler denunciare Alberto Perino, uno dei leader del movimento d'opposizione alla realizzazione dell'opera. "Quanto è avvenuto questa notte - dichiara Ghiglia - è un atto inqualificabile da parte di qualche centinaia dei soliti delinquenti anti-sviluppo e anti-Tav che stanno tentando il tutto per tutto per impedire l'imminente avvio dei cantieri in Val Susa. Non è più accettabile per nessuno, e per noi non lo é mai stato, che l'economia, il lavoro quindi lo sviluppo futuro, non solo della nostra regione ma di tutta la Nazione, possano essere determinati dall'azione di gruppi organizzati di delinquenti".
Come si può constatare i No TAV vengono dipinti come dei delinquenti appassionati di violenza pura…provate ad andare in un presidio NO TAV e di persona vedrete di che pasta sono fatte queste persone: sono famiglie con bambini, anziani, lavoratori, montanari e ora anche la gente della vicina pianura….piuttosto andiamo a vedere chi sono i promotori TAV e coloro che invitano le forze dell’ordine ad attaccare i presidi con tutti i mezzi possibili per far passare “il treno della morte” come lo chiamano ormai i miei bambini. Essi fanno tutti parte della “casta”, politici corrotti che vivono di menzogne e di compromessi coll’imprenditoria mafiosa; attenti solo ai soldi da spartire con le hobby! D’altronde sono o figli del berlusconismo (capo dei malfattori e plurindagato) o “amici” degli imprenditori che li comandano a bacchetta o compagni delle coop rosse che prendono per il sedere il popolo.
Non hanno alcuna motivazione logica all’opera TAV , dicono sempre le stesse cose: il progresso non si deve fermare, TAV uguale lavoro, il Piemonte rimarrebbe escluso dal resto dell’economia. Ma risposte all’ambiente, alla salute dei cittadini, alla ridicola storia del trasporto su rotaia, alla stupida storia della velocità…silenzio …o tergi versione delle questioni.
Allora… il vero progresso non è costruire opere del genere indebitando il popolo per decenni infiniti e distruggendo l’ambiente (acqua, fauna, flora, territorio), non è arrivare più velocemente a Parigi passando per Lione, non è quel misero apporto di lavoro che coinvolgerebbe una piccola percentuale di persone della valle e per un tempo determinato, non è minacciare e mettere a repentaglio la salute dei cittadini andando persino contro l’articolo 32 della Costituzione,. non è minacciare e manganellare gente pacifica che difende con diritti e doveri il proprio territorio dalla cecità, dalla incompetenza e dal malaffare dei politici in genere.
Il progresso è sempre di più il “vivere” una dimensione umana, è dedicarsi a migliorare la qualità della vita per i cittadini, è difendere la salute della gente, è proteggere l’ambiente che ci ospita, è proteggere le specie animali e l’acqua, è cementificare sempre meno il territorio, è distribuire in modo equo la ricchezza pubblica, è investire tutto sull’energia rinnovabile, è creare lavoro attraverso l’energia rinnovabile riconvertendo case e industrie ad essa, è incentivare il turismo con la difesa ad oltranza del territorio e dei beni culturali, è il non ricreare modelli sociali simili ai periodi della plebe e dei servi della gleba, è usare la tecnologia per fermare il “il falso progresso dei politici e della casta per esaltare l’universalità dell’uomo.
Questo oggi giorno è il progresso!
Tutto il resto…è solo ipocrisia e delittuosità a vantaggio dell’oligarchia imprenditoriale e politica senza scrupoli!
Barbara Bonino è una incompetente ed ignorante se gli sfuggono dopo vent’anni di opinioni a confronto i motivi legittimi e redatti da tecnici del settore dei NO TAV, inoltre è una pazza ad istigare la violenza delle forze dell’ordine nascondendosi, tra l’altro, dietro ad esse. Dovrebbe essere accusata di istigazione alla violenza nei confronti di cittadini pacifici.
Chi mi dice che siano proprio i SI TAV ad aver iniziato a lanciare le pietre contro la polizia qualche sera fa’ alla Maddalena per innescare la rissa e per poi definire delinquenti attraverso i media il popolo NO TAV ? Cosi come per Milano durante la recente campagna elettorale per accusare il candidato di centro-sinistra di voler fare della città una zingaropoli , assunsero attori travestiti da zingari per farli girare in città, oppure la storia falsa dell’aggressione a Berlusconi col lancio della madonnina per far risultare sotto campagna elettorale il premier come vittima, oppure la falsa aggressione al giornalista …ecc…
Sergio Chiamparino è meglio che stia zitto; sappiamo bene come l’imprenditoria e le Coop rosse siano immischiate nel trust della TAV. Si vergogni! Un rappresentante del popolo dei lavoratori che stravolge la propria etica sociale per compromessi e ordini di casta.
Antonio Saitta pensi piuttosto alla carica inutile che governa , la provincia …regno delle poltrone per i falliti che la politica deve in qualche modo far rientrare per mantenimento dei diritti non democratici della casta. Quanti soldi sperpera la provincia, un ente inutile, duplice e assurdo. A Rivoli, quando era sindaco poi, che cosa ha lasciato…nulla, pochi si ricordano di lui come primo cittadino della città, tanto fu evanescente e inutile la sua permanenza come sindaco.
Piero Fassino , lo ricordiamo ancora come ruffiano di Primo Greganti (c’era anche il gran leccaculo di Giuliano Ferrara ai tempi in cui militava nei Comunisti); sappiamo bene come prendevano per il sedere gli operai che con convinzione seguivano il partito. Gli operai lavoravano duramente nelle segreterie di zona, specie nelle feste dell’Unità e loro si spartivano il bottino. Greganti era il maestro.
Luigi Rossi di Montelera dovrebbe studiare bene cosa significa “Democrazia” e non parlare a vanvera perché ha la lingua! Democrazia è il governo del popolo, non di un governo oligarchico retto da un sovrano come vuole essere il signor Berlusconi e i suoi tirapiedi. Questo governo non rappresenta il popolo! Non è isonomico, isegorico , parresiano…è un governo reazionario, autoritario e filo-fascista. Quindi cosa parla di Democrazia ed istituzioni quando la stessa e le stesse sono minate proprio da coloro che hanno il potere.
Gianfranco Carbonato parla di crescita attraverso la TAV e non parla di decrescita invece; Sono anni che hanno il potere imprenditoriale e il potere politico e adesso per magia la TAV risolverebbe tutti i problemi del PIL regionale. Guada un po che combinazione! È i debiti che cadranno sulle spalle dei cittadini, la salute che bisognerà un domani curare, l’acqua contaminata ed inquinata o persa, il disastro ambientale, il turismo che diminuirà, gli immobli che si deprezzeranno, ecc…
L’energia rinnovabile potrebbe si generare crescita a medio termine e infinita, no la TAV.
Bartolomeo Giachino vuole una campagna d’informazione nelle scuole pro -TAV ; va bene , ma diamo anche le motivazioni pro-NO TAV in modo che gli studenti possano decidere con libero arbitrio…o vogliono anche a scuola fare il lavaggio del cervello. <<…Non siamo mica tutti comunisti, di sinistra!!! >> come ha detto il boss of the bosses Berlusconi.
Massimo Montebove chiede con il corpo di polizia i danni ai NO TAV per la loro permanenza in Val di Susa: ma chi lo ha detto che devono stare a militarizzare la zona davanti ai cittadini NO TAV (che non sono criminali come vengono definiti, ma cittadini onesti e leali…non certo come coloro che inviano le forze di polizia perché non hanno altri parametri democratici e giustificativi per la loro convnzione . la polizia serve in città per dare sicurezza alla gente, serve per controllare ed intercettare i politici malfattori e ladri, per mandare in galera i criminali travestiti da politici, i mafiosi; certo che se stanno dietro ai NO TAV non stanno dietro a loro che cosi possono imperversare a loro piaciment derubando il popolo.
Agostino ghiglia classifica i NO TAV come una minoranza di delinquenti anti progressisti e anti sviluppo a livello nazionale…che disastro!!!
Innanzitutto dovrebbe sapere che se ai presidi sono in pochi, nel cuore e nella mente i NO TAV sono molti, moltissimi…e scenderanno in campo se necessario per fare da muro umano a quest’0pera distruttiva e obbrobriosa. Inoltre , ripeto, laTAV non risolve il problema del lavoro e dello sviluppo; lo risolverebbe l’investimento sul rinnovabile (altro che nucleare delle palle). Non ci vengano a dire cazzate, perché c’è veramente da perdere la pazienza!
La CSIL è meglio che smetta di parlare, tanto è un sindacato morto e venduto . Si vergogni !
Si vergogni per aver tradito i lavoratori che ancora la supportano!

Detto ciò penso che oltre alla lotta di resistenza pacifica bisognerebbe contemporaneamente coprire l’eventuale vittoria dei pro-TAV con una “Class Action” studiata a misura alla situazione sia a livello italiano che a livello europeo.
Un'azione collettiva , un'azione legale condotta dai cittadini della Valle e dei Comuni interessati e oltre che, come membri della classe, chiedono che la soluzione della questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe. Con l'azione collettiva si possono anche esercitare pretese risarcitorie, ad esempio nei casi di illecito plurioffensivo, ma lo strumento oltre alle funzioni di deterrenza realizza anche vantaggi di economia processuale e di riduzione della spesa pubblica. L'azione collettiva è il modo migliore con cui possiamo essere tutelati e risarciti dai torti delle aziende, delle multinazionali e dello Stato, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrà essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell'identica situazione dell'attore.
In altre parole se dovessero militarizzare la zona e dovessero quindi iniziare l’opera nonostante la nostra resistenza e i nostri motivi reali e non pragmatici noi accusiamo lo Stato e tutte le imprese che vi lavoreranno a risarcire i danni eventuali su tutto l’arco delle motivazioni che determinano la volontà popolare dei cittadini al divieto di costruire l’opera. Quindi i singoli politici, imprenditori e tecnici che vogliono l’opera sono impugnabili di reati se le cose preventivate dai NO-TAV si avvereranno nel corso dei lavori o dopo i lavori. E tutto ciò ribaltato sui loro eredi se nel frattempo dovessero mancare all’affetto dei loro cari.
Per cui se si dovesse avere in zona un aumento delle malattie da polveri sottili, un aumento di tumori, un aumento di disagi morali e pratici di vita, una perdita di fonti sorgive d’acqua, l’inquinamento del territorio e dell’acqua con relativi disagi e pericoli alla salute, una contaminazioni dei prodotti della terra, una pedita o mutazione della vita faunistica e floreale, il deprezzamento degli immobili e dei terreni nele zone interessate, una diminuzione del turismo in valle, una caduta dell’occupazione relativa al lavoro, ecc…l’istituzione statale, regionale e locale attraverso i partiti e i singoli in prima acchito , le ditte locali o internazionali e multinazionali appaltatrici dei lavoro saranno colpevolizzate e tenute al risarcimento collettivo e individuale dei misfatti conosciuti in precedenza, ma sotto considerati per una assurda volontà dettata dai facili guadagni alle spalle del popolo.
Il consigliere leghista Antonello Angeleri, dice che non deve essere «una minoranza» che deve decidere su queste questioni: «Sembra di essere finiti a Cuba, nel senso che ti dicono loro cosa bisogna fare – ha spiegato – Per fortuna siamo in democrazia ed è la maggioranza che prende le decisioni».
Ebbene il consigliere si dimentica che in democrazia non esiste un governo reazionario e oligarchico come questo attuale di Berlusconi, un governo che tartassa i lavoratori e i cittadini comuni, che pensa solo a proteggere il proprio premier dalla galera con dispendio di energie e danaro pubblico, che non rispetta la Costituzione , ma che anzi vuole cambiarla a suo stretto beneficio senza chiedere il permesso al popolo.
Qui si sta confondendo una cosa importante: il governo rappresenta lo Stato, lo Stato è il popolo in quanto la sovranità è del popolo, quindi il governo è rappresentativo e non “padrone”del popolo.
Perfino in campo militare cìè la possibilità di disentire un ordine impartito se va contro le leggi e il senso civico e morale, quindi i militari possono non eseguire un ordine ingiusto e lesivo nei confronti del popolo.
In ciò mi appello alle forze dell’ordine, prima di attaccare con la forza i presidi NO-TAV pensate bene se l’ordine impartito, in cuor vostro, sia legittimo e etico --- l’uso della violenza non lo è mai, e porta ad altra violenza --- per cui potete ben non intervenire contro i vostri concittadini e magari padri o figli che la pensano diversamente e che cercano di difendere il territorio dall’obbrobriosità della TAV.
In tempo di pace, invece, l’ordinamento
militare dovrebbe assorbire integralmente
i principi democratici, così
come vuole il legislatore europeo.
Non è un dettaglio di poco conto che
il tempo di pace e di democrazia si
raggiunge con il sacrificio, anche
estremo, dei militari; sarebbe veramente
paradossale se rimanessero gli
unici esclusi da tali loro conquiste.
Qualsiasi altra soluzione, si rivelerebbe
un compromesso foriero di insidie
di diversa natura.
L’assenza di regole certe in merito
proprio all’esecuzione degli ordini
contrari alla legge, non è una questione
di poco conto che riguarda solamente
i militari.
Si consideri l’insidiosa sinergia dei seguenti
tre fattori: l’informalità dell’ordine
militare, la sua vincolatività anche
se illegittimo ed il dovere di obbedienza
del militare al Ministro della
difesa, sancito dall’art 12, comma 1,
del RDM (norma di rango minimo ma
di importanza massima, in quanto inserisce
il Ministro al vertice della scala
gerarchica).
Non bisogna dimenticare che il legislatore
europeo ha in mente un militare
posto a presidio di tutti i cittadini.
Ciò distingue l’Europa da altre zone
geografiche meno evolute, in cui le
Forze Armate e quelle di polizia sono
state spesso trasformate in qualcosa di
diverso, il cui scopo primario era la
sopravvivenza del potere politico, indipendentemente,
e anzi talvolta in contrapposizione
con la volontà popolare.
Per un esempio relativamente recente,
si consideri quanto accaduto ad Haiti,
in cui la polizia è stata usata come
strumento di repressione, da parte delle
istituzioni autoritarie, contro l'opposizione
e la popolazione civile; oppure
quanto accaduto nella ex Jugoslavia,
dove polizia e forze armate sono state
complici nella preparazione e nella
conduzione di operazioni finalizzate
all'allontanamento, e talvolta all'eliminazione,
della popolazione civile di
etnia diversa da quella predominante
su un territorio.
*Tratto dallo studio “IL CITTADINO MILITARE
Principi costituzionale e Ordinamento
Militare” di Cleto IAFRATE e
Bruno FORTE (

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